L’urgenza di ridurre l’impatto ambientale interessa anche il settore dell’edilizia che sta vivendo una fase di grande evoluzione, mirata alla sostenibilità.
Il concetto di sostenibilità delle costruzioni non è una novità, ma solo grazie alle recenti innovazioni si è arrivati ad una vera e propria svolta.
Oggi quando si parla di edilizia sostenibile si fa riferimento a un insieme di pratiche che includono la progettazione, la realizzazione e la gestione di edifici abitativi e non, realizzati con materiali, fonti di energia e tecniche in grado di ridurre l’impatto sull’ambiente.
Con la direttiva 2010/31/UE, l’Unione Europea ha introdotto la definizione di NZEB (Nearly Zero Energy Building) per indicare un edificio con fabbisogno energetico quasi nullo, ovvero la cui richiesta di energia viene coperta in modo pressoché totale da fonti rinnovabili.
L’articolo 9 della direttiva europea ha fornito anche delle date entro le quali tutti gli stati membri avranno l’obbligo di costruire solo edifici che possiedono le caratteristiche di NZEB. La prima scadenza è ormai molto prossima, infatti tutti gli edifici di nuova costruzione, di proprietà degli enti pubblici, dovranno essere a energia quasi zero dal 31 dicembre 2018.
L’edilizia privata, invece, avrà altri due anni per adeguarsi. Il tempo stringe, quindi, ma le soluzioni esistono e non sono poi così irraggiungibili.
Garc si muove già da tempo nella direzione indicata dall’Unione Europea e in questo senso possiamo citare l’esempio dell’Headquarters della casa di moda Daniela Dallavalle, realizzato nel 2015 e diventato il primo edificio industriale dell’intero distretto di Carpi, certificato in classe energetica A con classificazione NZEB e caratterizzato da innovativi aspetti architettonici eco-sostenibili, di termo-idraulica e domotica.
I costi di costruzione di un edificio nuovo in classe A, la più alta in termini di efficienza energetica e sostenibilità, fino a qualche anno fa erano stimati del 6-7% superiori a quelli di un edificio in classe B, ma oggi la differenza è stata riassorbita e se si costruisce ex novo, per quanto riguarda il costo dei materiali, è più conveniente farlo in modo sostenibile, senza dimenticare che la classe A ha un valore di mercato maggiore rispetto alla classe B.
L’industria delle costruzioni si sta sempre più orientando verso la qualità, scegliendo materiali che oltre ad avere buone prestazioni non contengono componenti chimici dannosi per la salute.
Questa tendenza è anche una risposta alla richiesta dei consumatori di avere degli edifici più prestanti e sostenibili.
I consumi degli edifici NZEB sono molto bassi ( pari al 90-95% in meno di energia ), ma non si tratta di un discorso puramente economico, infatti la qualità ambientale indoor in un edificio sostenibile è migliore : aria più pulita, meno umidità, uso di materiali idonei a garantire salubrità, personalizzazione, e così via.
Impianti fotovoltaici sul tetto, piastre ad induzione in cucina, riscaldamento garantito da pompe di calore che funzionano con lo scambio dell’aria o che sfruttano la temperatura costante del sottosuolo, illuminazione a led; sono tutte soluzioni sul mercato da anni, ma appartengono ad un campo di ricerca che non si arresta e si rinnova costantemente.
La nuova tendenza dell’edilizia sostenibile mira ad accumulare l’energia prodotta in eccesso dagli impianti sostenibili casalinghi, attraverso l’adozione di batterie per stoccare l’energia prodotta dal fotovoltaico, in modo da renderla disponibile in caso di necessità, trasformando quindi l’edificio stesso in una parte attiva del sistema energetico.
Si tratta di un’innovazione in grado di cambiare radicalmente il nostro modo di vivere.
Il 31 dicembre 2018 è ormai dietro l’angolo e spetterà alla pubblica amministrazione fare da traino all’edilizia privata verso la costruzione di edifici NZEB.
Per l’Italia sarà un grande cambiamento.